L’emergenza Coronavirus e il conseguente lockdown di metà della popolazione mondiale sta causando una grave crisi economica e di liquidità.
A quasi due mesi di distanza dalla scoperta dei primi casi di COVID-19 nel Lodigiano e dalla decisione di imporre al paese una quarantena senza precedenti, l’impatto del Covid-19 sull’economia italiana sta iniziando a delinearsi con maggiore chiarezza.
Nonostante sia ancora presto per avere dati ufficiali sulle dimensioni della crisi economica che ha scatenato l’emergenza Coronavirus, si stima infatti che ci sarà un impatto fortissimo, pari se non superiore alla crisi finanziaria del 2008.
La risposta da parte dei governi è stata immediata, con piani di sostegno economico ai cittadini e alle realtà che hanno visto scendere i propri guadagni a seguito del lockdown. Tuttavia, è facile aspettarsi numeri ancora peggiori ad Aprile rispetto a quelli di Marzo.
Le prime misure a sostegno delle imprese
In considerazione di ciò, in Italia – grazie al Decreto-Legge n.18 del 17 Marzo 2020 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” – sono stati inizialmente stanziati 25 miliardi a sostegno dell’economia e delle imprese.
In tal modo sono state aumentate le risorse destinate alla cassa integrazione, uno strumento fondamentale per permettere alle imprese di continuare a pagare almeno una parte degli stipendi anche se l’attività rimane bloccata.
Molte sono infatti i settori che hanno dovuto chiudere completamente, come quello del turismo, delle costruzioni – con l’eccezione dei cantieri pubblici o di altri lavori urgenti o indifferibili – e della ristorazione, attivo solo tramite la modalità delivery.
L’allarme di Confidustria
In particolare, secondo il Centro Studi di Confindustria in un approfondimento sulla crisi di liquidità innescata dall’impatto dell’emergenza coronavirus sul sistema produttivo, in base a un ampio campione di bilanci di imprese, è stato stimato, in uno scenario di fine epidemia a Giugno, il fabbisogno di liquidità nel 2020 in 30 miliardi di euro, di cui gran parte necessari tra Aprile e Giugno che diventerebbero 80 miliardi in uno scenario pessimistico con fine epidemia a Dicembre.
Per fronteggiare la crisi sono necessarie quindi ingenti risorse pubbliche per fornire oggi liquidità alle imprese e rendere possibile la ripartenza, una volta terminata l’emergenza sanitaria.
Cruciale è la tempistica: occorre agire subito, per evitare crisi di imprese già nei primi mesi”. Ed è “cruciale” prevedere tempi di ammortamento dei prestiti “su orizzonti sufficientemente lunghi”.
Confindustria calcola “che le garanzie pubbliche possano avere una leva di 1 a 14, cioè ogni euro di soldi pubblici può far arrivare 14 euro di prestiti alle imprese. Ad esempio, per 100 miliardi di fabbisogno di liquidità, servirebbero circa 7 miliardi di fondi pubblici”.
È quindi di importanza cruciale che tutta la filiera della liquidità sia preservata. Perché ciò avvenga, è necessario un impegno forte ed etico, che deve vedere coinvolti in prima persona e con grande senso di responsabilità tutti i soggetti, a partire dalle imprese stesse.
È indispensabile perciò che le risorse stanziate arrivino velocemente, con procedure semplificate e in maniera mirata alle imprese che ne hanno concretamente urgenza e necessità.
Il Decreto Liquidità
Al momento si guarda al Decreto-Legge dell’8 aprile 2020, n. 23, “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali” nella speranza che intervenga con successo in sostegno alle imprese in difficoltà con misure specifiche su cinque principali ambiti.
Risorse fino a 400 miliardi di euro per sostenere la liquidità di imprese e professionisti attraverso il Fondo centrale di garanzia PMI e le garanzie rilasciate da SACE, sospensione di pagamenti fiscali e contributivi, differimento al 30 aprile del termine entro il quale i sostituti d’imposta devono consegnare le CU, nuove misure per assicurare la continuità aziendale, nonché l’ampliamento dell’ambito di intervento della disciplina golden power nei settori di rilevanza strategica nazionale.
In conclusione, questi sono solo alcuni dei principali interventi previsti dal Decreto Liquidità (D.L. n. 23 del 2020) pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in attesa che qualcosa si muova anche in Europa dove continuano i negoziati su Mes e Coronabond.
Per saperne di più sull’emergenza Coronavirus e la crisi economica, scrivi a Paola Gatti, paola.gatti@millergroup.it, Partner/Commercialista & Revisore contabile di Miller Group.