L’epidemia ha spinto le imprese a guardare oltre all’emergenza puntando sulle innovazioni tecnologiche e in particolare sulle piattaforme digitali di Cloud Computing per il rilancio economico
L’emergenza sanitaria mondiale ha messo in luce l’importanza della tecnologia, ma soprattutto di uno dei suoi pilastri: il servizio di Cloud Computing, che è diventato uno strumento essenziale per sostenere la business continuity delle organizzazioni.
Il Cloud Computing ha rappresentato infatti un catalizzatore dell’importante cambiamento tecnologico che era già ben avviato prima della pandemia ed è probabile che sia la chiave per la resilienza del business futuro.
Le aziende sono state costrette a cambiare rapidamente le proprie strategie di infrastruttura IT e le priorità di investimento in risposta alla crisi economica mondiale e alla necessità di accedere a capacità di elaborazione flessibili per supportare il lavoro a distanza, la collaborazione, il commercio online e la sicurezza.
Se il Cloud si è rivelato quindi una scelta vincente per tutti i principali player, ci sono ancora molte organizzazioni che non hanno ancora definito un percorso chiaro di trasformazione digitale, ostacolando l’operatività aziendale in un contesto sempre più competitivo.
Ma quali sono i primi passi che possono compiere queste realtà per adottare il Cloud Computing e riuscire a crescere in un ambiente sempre più dinamico?
A questa domanda ha risposto in una recente intervista Rich Radley, Head of Customer Engineering per UK e Irlanda di Google, il quale ha dichiarato che la pianificazione della migrazione al Cloud deve partire da piano dettagliato con obiettivi aziendali e tecnici concreti, raggiungibili a breve e a lungo termine.
Ciò comporta la categorizzazione dei carichi di lavoro, la definizione del tipo di applicazione e di ciò che è necessario in termini di calcolo, archiviazione, memoria, analisi, intelligenza artificiale, ecc., nonché l’elenco delle risorse esistenti e richieste, sia internamente che esternamente.
Tale piano deve anche includere una strategia di emergenza per affrontare tempestivamente eventuali problemi imprevisti durante la migrazione, definendo i flussi di lavoro e le procedure interne necessarie.
Sebbene il processo di Digital Transformation sia complesso, potente e voluminoso, le organizzazioni possono inizialmente esternalizzare solo alcune aree dell’infrastruttura, così da definire la strategia per le successive migrazioni di ulteriori carichi di lavoro
“La conoscenza e l’esperienza raccolte da un passaggio di migrazione iniziale possono essere molto preziose per l’ulteriore sviluppo del modello operativo Cloud. In effetti, questa strategia fornisce anche una buona opportunità per un’azienda di separare e rivedere le sue attuali aree di gestione IT e forse di ristrutturare i sistemi inefficienti “, ha affermato Radley.
Ovviamente il percorso di ogni cliente è diverso: molte aziende e start-up più giovani sono in grado di diventare native del Cloud sin dall’inizio e di immergersi direttamente nell’utilizzo di uno stack tecnologico esistente su un modello ospitato completo, mentre le aziende più vecchie dovranno compiere una graduale eliminazione strategica dei sistemi legacy prima che le alternative basate su Cloud possano sostituirli.
Una cosa è certa: ora più che mai questo passaggio è fondamentale per aiutare le imprese a riaprire, reinventare e superare questo momento di incertezza.
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