A che punto siamo con la settimana lavorativa corta in Italia?

Negli ultimi anni, sempre più aziende in tutto il mondo stanno sperimentando la settimana lavorativa corta, una soluzione innovativa per conciliare i tempi di vita e di lavoro.

 

Di cosa stiamo parlando

Parliamo di una sperimentazione che prevede la riduzione delle ore di lavoro settimanali, spesso a quattro giorni invece di cinque, senza riduzione della retribuzione.

La settimana lavorativa corta è stata ispirata dal crescente interesse verso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con riferimento alla capacità dei lavoratori di equilibrare le esigenze del lavoro con quelle della vita privata, familiare e sociale.  Questo sistema offre quindi una soluzione concreta a questa necessità, riducendo il tempo di lavoro e aumentando il tempo libero a disposizione dei lavoratori.

 

Vantaggi

Ci sono molte ragioni per cui le aziende stanno sperimentando la settimana lavorativa corta:

  1. può aiutare a migliorare la produttività e la qualità del lavoro. Molte ricerche hanno dimostrato che i lavoratori che lavorano meno ore sono più concentrati, motivati e produttivi durante il tempo di lavoro. Inoltre, i lavoratori che hanno più tempo libero hanno maggiori opportunità di riposarsi e rigenerarsi, migliorando la loro salute mentale e fisica.
  2. inoltre, può aiutare a migliorare la flessibilità del lavoro, consentendo ai lavoratori di adattare il proprio lavoro ai propri impegni familiari e personali. Ciò può migliorare il benessere dei lavoratori e ridurre lo stress, aumentando al contempo la fedeltà e la motivazione.
  3. infine, può aiutare le aziende a migliorare la loro reputazione e la loro immagine pubblica. Le aziende che dimostrano un impegno per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro possono attrarre talenti più qualificati e fedeli, e migliorare la loro reputazione presso i consumatori e la società.

 

Non solo vantaggi, anche tante sfide

La sperimentazione della settimana lavorativa corta non è priva di sfide.

Ad esempio, le aziende devono essere in grado di gestire le operazioni con meno ore di lavoro, assicurando che il lavoro sia completato in modo efficace e tempestivo. Inoltre, devono essere in grado di gestire le questioni legate alla retribuzione dei lavoratori e alle conseguenze fiscali della settimana lavorativa corta.

 

A che punto siamo in Italia?

In Italia, la settimana lavorativa corta non è ancora ampiamente diffusa, ma sta iniziando ad essere considerata come una possibile soluzione.

Sembra inoltre essere incentivata dal Governo, che nel 2018 ha introdotto una legge che consente alle aziende di sperimentare la settimana lavorativa corta fino a un massimo di tre anni. L’obiettivo è quello di testare l’efficacia della settimana lavorativa corta e di valutarne gli impatti sulle aziende e sui lavoratori.

Nonostante ci siano alcune aziende italiane che hanno adottato la settimana lavorativa corta, in particolare nel settore tecnologico e delle start-up (come l’azienda di software italiana Musement ha adottato la settimana lavorativa di quattro giorni nel 2019 e la cui sperimentazione ha avuto successo, con un miglioramento della produttività e della qualità del lavoro dei dipendenti), la sperimentazione è ancora limitata.

Molti datori di lavoro sono riluttanti ad adottare questa soluzione a causa di preoccupazioni riguardanti la produttività e i costi aggiuntivi per la gestione delle operazioni con meno ore di lavoro.

 

Conclusioni

Siamo davanti ad una svolta culturale importante, che necessita di un confronto tra le parti sociali delle organizzazioni sindacali e le aziende. Il fine: modificare l’organizzazione sul luogo di lavoro e la contrattazione di prossimità, mantenendo il passo con la comunità internazionale.

Innanzitutto occorre considerare che l’industria italiana è fatta dal 93% di piccole e medie imprese, non aventi margini di produttività delle multinazionali. Anzi, durante la crisi pandemica e ora economica, per crescere il patrimonio e investire, fronteggiano costi e oneri crescenti e la realtà italiana è ben diversa dalle realtà estere come quella inglese o belga (che stanno adottando questo sistema).

Bisognerà avviare in alcune realtà percorsi sperimentali, lavorando per gradi, elaborando una strategia su misura che tenga conto anche dei picchi di produzione delle imprese. Tenendo conto sia della variabile umana sia l’investimento tecnologico.

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