In questo articolo andremo ad approfondire gli strumenti a sostegno di iniziative imprenditoriali al femminile. Partendo dal PNRR ci sono due fondi specifici dedicati: il Fondo Impresa donna e il Fondo per l’Imprenditoria femminile, i quali mettono a disposizione risorse agevolate utili ad avviare e/o accrescere le imprese rosa.
Ai fini della partecipazione a questi strumenti vengono considerate “femminili”: le imprese individuali gestite da donne; le società cooperative e società di persone costituite almeno al 60% da donne; le società di capitali le cui quote di partecipazione siano in misura non inferiore ai due terzi di donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne.
Oltre Nuove imprese a tasso zero
È l’incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno delle micro e piccole imprese composte in prevalenza o totalmente da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure da donne di tutte le età, su tutto il territorio nazionale.
Possono presentare domanda sia le persone fisiche (con l’impegno di costituzione di società dopo l’eventuale ammissione alle agevolazioni) sia le imprese costituite entro i 5 anni precedenti l’uscita del finanziamento.
In questo caso, le imprese costituite da non più di 3 anni possono:
- presentare investimenti fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro, per realizzare nuove iniziative o sviluppare quelle esistenti nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo;
- coprire le spese ammissibili fino al 90% da rimborsare in 10 anni;
- accedere ad un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto, con il limite del 20% della spesa ammissibile;
- richiedere un contributo per coprire le esigenze di capitale circolante legate alle spese per materie prime e servizi necessari per lo svolgimento dell’attività d’impresa, con un massimo di contributo pari al 20% delle spese di investimento.
Mentre, le imprese tra i 3 e i 5 anni possono:
- presentare progetti con spese di investimento fino a 3 milioni di euro, al fine di realizzare nuove iniziative o ampliare, diversificare o trasformare attività esistenti, nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo.
Agevolazioni che consistono in un mix di tasso zero e fondo perduto, con il limite del 15% della spesa ammissibile.
I programmi dovranno essere realizzati entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
Smart & Start Italia
Questo bando è uno strumento agevolativo istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2014. Con gli anni ha subito molteplici integrazioni, arrivando ad essere l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita di startup innovative. Nel 2019, infatti, sono state apportate modifiche che hanno semplificato e accelerato le procedure di accesso, concessione e erogazione delle agevolazioni, ma che hanno rivisto anche i parametri di valutazione delle iniziative e di rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari.
Il bando riguarda le startup innovative, iscritte nel registro delle imprese all’apposita sezione speciale, in possesso dei requisiti dettati dall’art. 25 del d.l. n. 179/2012.
Possono presentare domanda:
- le imprese di tutto il territorio nazionale;
- le persone fisiche che hanno intenzione di costituire una startup innovativa (costituzione che deve avvenire entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni);
- le imprese straniere che si impegnano a costituire almeno una sede operativa sul territorio italiano.
I piani d’impresa finanziati hanno un importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro per spese legate a:
- immobilizzazioni materiali: impianti, macchinari e attrezzature tecnologici o tecnico-scientifici nuovi di fabbrica, coerenti e funzionali all’attività d’impresa;
- immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, come brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
- servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive della stessa, ad esempio: progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi oppure consulenze specialistiche;
- personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requisiti indicati dall’art. 25, c. 2, lett. h), n. 2), del d.l. n. 179/2012, nella misura in cui sono impiegati funzionalmente nella realizzazione del piano d’impresa.
Nelle predette spese è anche ammissibile un contributo a copertura delle esigenze di capitale circolante connesse al sostenimento di spese per materie prime, servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa (compresi quelli di hosting e di housing) e godimento di beni di terzi, nel limite del 20%.
Inoltre, a partire da luglio 2022, sono state introdotte ulteriori modifiche che permettono alle startup innovative beneficiarie delle agevolazioni di richiedere, successivamente all’erogazione a saldo delle agevolazioni, la conversione di una quota del finanziamento agevolato concesso in contributo a fondo perduto, a fronte di investimenti nel relativo capitale di rischio attuati da particolari investitori terzi ovvero dai soci persone fisiche.
I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
Fondo per l’imprenditoria femminile
Si tratta di un bando legato ad agevolazioni per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili. Il cui sportello è attualmente chiuso, poiché sono esaurite le risorse disponibili – pari a 200 milioni di euro – per la grande quantità di domande ricevute.
La Lombardia è in testa con 1176 domande inviate, seguita dal Lazio con 978 domande e dalla Campania che ha inoltrato 831 domande. Le richieste sono legate prevalentemente ad iniziative di impresa per attività di commerciali, manifatturiere o servizi di alloggio e ristorazione.
Il fondo prevedeva sia per le nuove imprese o imprese costituite da meno di 12 mesi sia per le imprese già costituite: fondi perduti a tasso zero e/o agevolati con copertura delle spese dal 50% al 80%, percentuale che varia in base all’investimento delle imprese stesse.
Visto il grande successo del Fondo, è altamente probabile un suo rifinanziamento a partire dal 2023 da parte del nuovo Governo, in quanto si tratta di un incentivo nazionale a sostegno della nascita e del consolidamento delle imprese femminili.
Gli interventi sopra descritti vanno a definire nel contesto Nazionale l’approccio sempre più volto a supportare concretamente l‘incremento della partecipazione femminile sin dalle fasi della nascita e primo sviluppo delle imprese, così da poter abbattere in modo efficace e strutturale il gender gap anche in ambito imprenditoriale.
Sono misure che si affiancano a quelle in fase di implementazione da un lato in ambito regionale con l’attuazione dei POR/FESR 2021-2027 e dall’altro in ambito europeo, dove si può ad esempio segnalare Women TechEU, che finanzia startup deep tech promosse da donne, e l’EIC Women Leadership Programme, destinata a fornire a Imprenditrici e Ricercatrici servizi di training, coaching, mentoring e networking.
“Il tema dell’imprenditorialità femminile è oggi un task estremamente attuale, non solo a livello nazionale, ma europeo. – spiega Davide D’Arcangelo, esperto di politiche industriali e partner di Miller Group in ambito finanza agevolata – Esiste un grande fermento che dal basso preme per trovare rappresentanza e questo costituisce una straordinaria opportunità che le istituzioni sono chiamate a canalizzare mediante strumenti adeguati. Il Fondo per l’Imprenditoria Femminile ne è un buon esempio e il successo che ha avuto lo testimonia. Crediamo sarà presto rifinanziato, ma con l’attuazione della programmazione UE 21-27, certamente non sarà l’unico strumento a disposizione di un elemento tanto importante per lo sviluppo del Paese.”