INTERVISTA SULLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE A ENEA ROVEDA, CEO DI LIFEGATE, PUNTO DI RIFERIMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ CON UNA COMMUNITY DI OLTRE 5 MILIONI DI PERSONE INTERESSATE AI TEMI LEGATI DELLA SOSTENIBILITÀ
D: La pandemia ha cambiato le regole competitive del mercato: sappiamo che nuovi valori e comportamenti guideranno le scelte di acquisto da parte di imprese e consumatori. Qual è il tuo punto di vista su questo scenario e quali ritieni siano gli elementi caratterizzanti che guideranno le scelte di acquisto dei consumatori?
R: Come nel passato ogni evento sociale o ambientale importante ci ha avvicinanti sempre di più ai valori della sostenibilità. Quando tutto finirà, impareremo ad assaporare le cose importanti e a concentrarci sul benessere comune. I temi sociali e ambientali saranno ancora più sentiti di prima. È necessario prediligere la qualità rispetto alla quantità. Dobbiamo essere quanto più possibile acquirenti più attenti e consapevoli che la nostra azione di acquisto ha inevitabilmente un impatto sociale e ambientale. Senza dimenticare quanti rifiuti potremmo evitare di produrre, acquistando il necessario e non sprecando. Ad esempio, nei Paesi industrializzati si stima che il cibo buttato sia il 38% del totale.
Per essere sicuri delle proprie scelte in qualsiasi settore è bene prediligere prodotti e servizi provenienti da aziende che mettono al centro la qualità, il benessere delle persone, dei propri dipendenti e la salute dell’ambiente, identificando la tracciabilità, la trasparenza, la catena del valore, i rischi ambientali e sociali delle produzioni. Dobbiamo diventare consumatori attivi che leggono con attenzione le etichette per dare priorità alle idee e materiali più innovativi in termini di processi produttivi sostenibili.
D: Essere responsabili dal punto di vista sociale e ambientale, insieme all’innovazione, oggi è sul podio delle priorità aziendali. Dal tuo osservatorio come andrà gestito questo connubio al fine di creare una maggior competitività per le aziende?
R: E’ esattamente cosi. Secondo il nostro Osservatorio, che dal 2015 fotografa percezione e abitudini legati alla sostenibilità, si è passati da un iniziale 43% dei cittadini che la sostenibilità andasse promossa e messa in pratica al 72% del 2020. L’ultima edizione, il “6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”, mostra come l’argomento stia a cuore a ben 36 milioni di italiani.
La sostenibilità è anche il pilastro dell’impegno intrapreso dall’UE con il Green Deal europeo, programma che ha l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
Oltre alla transizione, l’obiettivo è promuovere la competitività dell’industria europea cambiando il paradigma verso il green trasformando le sfide climatiche e ambientali in opportunità in tutti i settori economici e negli stili di vita dei cittadini. Dopo il Covid-19, il Green Deal e il Next Generation EU saranno l’ossigeno della ripresa.
D: Cos’è un’impresa sostenibile e cosa serve per esserlo?
R: Da 20 anni LifeGate promuove i valori People Planet Profit, che crediamo siano i pilastri su cui un’impresa debba impegnarsi al fine di essere veramente sostenibile.
People, perché nelle imprese per prima cosa ci sono le persone, con i loro valori, talenti e competenze; Planet, perché è sempre più essenziale che l’impresa crei valore per le persone e il pianeta; Profit, perché il modello dell’impresa deve creare valore economico per tutti i soggetti con cui si interfaccia: i dipendenti stessi, i fornitori, gli azionisti, la propria comunità e tanti altri.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che il danno economico legato ai cambiamenti climatici sarà enormemente superiore a quello del Coronavirus, quindi inevitabilmente gli investimenti dovranno essere fatti nell’ottica di rendere la nostra società resiliente anche a questo scenario. Per qualcuno la riconversione è più semplice e per altri può essere più complessa, ma sappiamo che non ci sono risorse infinite e le scelte vanno fatte con coraggio per modernizzare i sistemi produttivi in favore di una nuova economia più sostenibile.
Oggi è indispensabile un cambiamento di rotta. Per rimanere sul mercato, la sostenibilità va integrata nell’azienda e nel brand, questo è un trend sia per il mercato B2B che B2C.
D: Considerato che molte aziende si stanno affacciando proprio ora al percorso della sostenibilità quali ritieni siano gli step corretti?
R: In Italia le prime aziende che si sono affacciate al modello di sviluppo sostenibile sono state le multinazionali che ricevevano le linee guida dalle case madri.
Poi si sono fatti strada imprenditori illuminati di PMI che hanno capito come la sostenibilità rappresentasse il futuro dell’economia.
Noi abbiamo da sempre una forte vocazione nel supportare le imprese a intraprendere un percorso di sostenibilità. Offriamo strumenti e supporto concreto per intraprendere un modello che rispecchi quello che sintetizziamo in tre pilastri per la crescita, People Planet Profit. Questo porta le imprese a divenire consapevoli di dove si trovano e a intraprendere un cambiamento per migliorare in modo continuo le proprie performance sociali e ambientali, a ridurre i costi, incrementare i ricavi, differenziarsi dai competitor, preservare una buona reputazione nel lungo periodo. Quello che prima era un paradigma di sostenibilità compreso esclusivamente da aziende illuminate, oggi sta raggiungendo un bacino sempre più ampio.
D: Oltre ai benefici per stakeholder e consumatori le aziende che decidono di avviare un percorso di sostenibilità giovano di un rinnovato entusiasmo da parte dei dipendenti. Qual è la tua esperienza a riguardo?
R: Le professioni legate alla sostenibilità gettano una luce positiva sul panorama lavorativo italiano. I cosiddetti Green jobs, lavori verdi. La domanda da parte delle aziende, verso queste figure specializzate è in costante aumento.
Per un giovane che si affaccia al mondo del lavoro, saper cogliere questa sfida significa avere la possibilità di scegliere in un mondo di offerta professionale aperto al cambiamento. Acquisti, logistica, marketing, comunicazione corporate. Non c’è un’azienda che non abbia bisogno di sostegno e di professionisti, così come non c’è una divisione interna a un’impresa che sia esente dal cambiamento. La sostenibilità stimola poi l’engagement tra i dipendenti, la loro partecipazione attiva in iniziative e scelte e consente loro di sentirsi sempre più parte integrante del contesto in cui si trovano, a credere nei valori dell’impresa, condividendoli e interiorizzandoli sempre più best player nella sostenibilità nel loro settore, con benefici tangibili dal punto reputazionale.
Il Report di Sostenibilità è infatti la sede in cui mettere in luce tutto quello che l’impresa fa dal punto di vista sociale e ambientale, rendendolo trasparente verso i propri stakeholder. È anche un modo attraverso cui l’azienda fa una fotografia a se stessa, si mette allo specchio e ha modo di vedere su quali ambiti è prioritario proseguire nel percorso di costante miglioramento delle performance di sostenibilità.
Il nostro team da sempre supporta le aziende nella redazione di reportistica di sostenibilità, cercando di mettere in luce i punti di forza dell’approccio che l’impresa ha costruito nel tempo. L’obiettivo è quello di rendere il Report anche un efficace strumento di comunicazione, per fare vedere all’esterno quello che un’impresa fa.
Credo che il Report sia quindi di importanza fondamentale e sempre più lo sarà, tanto più che si parla di estendere il numero di aziende che sono obbligate per legge a redigerlo. Di conseguenza, anche molte PMI saranno incluse in questo nuovo scenario ed è bene che non si facciano cogliere impreparate.
LIFEGATE è il network leader in Italia di informazione e servizi per persone, aziende, ong e istituzioni impegnate per un futuro sostenibile.