Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un ambizioso progetto per il rilancio e la ricostruzione dell’Italia, ponendo al centro la costruzione di un futuro equo e sostenibile. Tra le molteplici sfide e opportunità che il PNRR affronta, emerge con forza l’importanza delle politiche a favore della parità di genere, soprattutto nel contesto aziendale.
La parità di genere non è solo una questione etica, ma una chiave fondamentale per lo sviluppo economico e sociale. L’inclusione attiva delle donne nel mondo del lavoro non solo contribuisce a una società più equa, ma porta con sé un ventaglio di benefici tangibili per le imprese e per l’intera nazione. In questa prospettiva, la certificazione della parità di genere emerge come uno strumento essenziale per trasformare gli intenti in azioni concrete.
La situazione in Italia e relative norme
In Italia, a livello normativo, le diseguaglianze sono contrastate dalla legge n. 261 del 2021 che ha introdotto rilevanti novità in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo.
Come? Ad esempio, abbassando la soglia al superamento della quale il datore di lavoro ha l’obbligo di redigere il rapporto biennale sulla situazione del personale (la soglia ad oggi è impostata su 50 dipendenti).
A questo va anche aggiunto che le aziende tenute alla redazione di questo rapporto biennale devono produrre, al momento della presentazione dell’offerta in sede di gara, una copia dell’ultimo rapporto trasmesso in materia di azioni di riduzione del gender gap (D.L. n. 77/2021).
Gli operatori economici più piccoli, quelli con almeno 15 dipendenti, devono invece presentare un’apposita relazione di genere dai contenuti, secondo le previsioni del richiamato D.L. n. 77/21, analoghi a quelli del rapporto biennale.
La più importante novità, però, riguarda l’introduzione delle norme sulla certificazione di genere.
Certificazione parità di genere: come funziona e obiettivi
La norma abbraccia tutte le realtà imprenditoriali, da quelle più piccole alle aziende di grandi dimensioni, a testimonianza del fatto che tutti i datori di lavoro si dovrebbero impegnare a governare i temi sulla parità di genere.
Al fine di permettere alle imprese di dotarsi di un sistema di gestione per la parità di genere, UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha pubblicato a marzo 2022 la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022. Questa definisce le modalità per la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi alla parità di genere nelle organizzazioni tramite specifici KPI, ognuno associato a un determinato punteggio, al fine di monitorare il livello di maturità dell’organizzazione.
In aggiunta, permette di individuare i gap attualmente esistenti e di provvedere a colmarli attraverso lo sviluppo e l’attuazione di un piano d’azione.
Scopo del progetto è quello di approntare un sistema di certificazione della parità di genere che aiuti le aziende ad adottare, al loro interno, scelte di politica d’impresa finalizzate alla riduzione del gap in relazione alle opportunità di crescita del personale femminile, di parità salariale a parità di mansioni, di tutela della maternità e di gestione delle differenze di genere.
L’obiettivo della certificazione è quello di attestare, nel concreto, che le politiche aziendali messe in campo siano idonee a ridurre il divario, in relazione a quelle aree dove è maggiormente visibile una differenza di trattamento. Ad esempio, politiche di tal genere potrebbero essere quelle che aumentano i periodi di fruizione della paternità ben oltre i 10 giorni previsti dal D.L.vo n. 105/2022, quelle che prevedono incentivi aziendali in favore della maternità, correlati a provvidenze economiche di natura aziendale, quelle che prevedono ampliamenti dei permessi legati alla cura dei figli, o lo smart-working “automatico” in presenza di figli minori.
Per ottenere la certificazione è necessario il raggiungimento del 60% del punteggio totale della somma dei KPI.
I vantaggi della certificazione della parità di genere
Questa certificazione rappresenta una grande opportunità per le imprese per i diversi vantaggi che porta con sé, tra cui:
- Incentivo contributivo
- Bandi di gara e aiuti di Stato
- Miglioramento rating ESG
- Miglioramento rating finanziario
- Reputazione e maggior attrattività talenti
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