Caro energia: come affrontarlo con la propria organizzazione

Con l’arrivo dell’autunno si sta facendo ancora più forte il peso dell’aumentano dei costi energetici. Un grave danno per le imprese che, dagli ultimi dati Inps, mostrano importanti segnali di difficoltà: tra gli altri il ricorso alla Cigs per il periodo gennaio-luglio ha avuto un’impennata del +45,65% rispetto allo stesso periodo nel 2021.

Il rischio nei prossimi mesi è di assistere ad una progressiva riduzione e sospensione delle attività produttive in tutti i settori aumentando, di conseguenza, la richiesta di cassa integrazione da parte delle imprese. Tenendo conto che la COG “in esenzione” è scaduta lo scorso 31 maggio e che il cd. Decreto energia e il decreto 67/2022 verranno meno con la fine del 2022, occorrono soluzioni urgenti. È evidente la necessità di ammortizzatori sociali, sia aggiuntivi sia in deroga rispetto a quelli ordinariamente previsti, per il superamento della crisi.

Secondo la legge di Bilancio 2022, tutti i datori di lavoro di tutti i settori produttivi sono coperti da ammortizzatori sociali, ciò che fa la differenza ed influisce sull’estensione temporale della tutela è la dimensione occupazionale. Per questo è importante valutare con estrema attenzione tutti gli strumenti alternativi prima di ricorrere agli ammortizzatori sociali (esempio: schemi di banca ore).

 

Strumenti adottati dalle imprese energivore

L’aumento dei costi dell’energia sta avendo un fortissimo impatto sul bilancio delle cd. aziende energivore tanto che alcune di queste hanno iniziato a concentrare la produzione in alcune settimane sfruttando al massimo la capacità produttiva e, in parallelo, alternando settimane di fermo collettivo.

A queste scelte produttive si affiancati schemi di banca ore o di conto ore:

  • la banca ore permette infatti di richiedere ai lavoratori prestazioni di lavoro straordinario in alcune settimane. Tali ore vengono accantonate in una “banca ore” per essere poi usufruite successivamente dai lavoratori sotto forma di permessi. Una forma di flessibilità con un costo elevato poiché le ore prestate in più equivalgono a straordinari e non è garantita la possibilità della fermata collettiva.
  • Anche il conto ore richiede ai lavoratori l’estensione dell’orario di lavoro giornaliero o settimanale al fine di sfruttare al massimo gli impianti. Le giornate di recupero vengono poi predefinite per tutti sotto forma di fermata collettiva. Per la retribuzione i lavoratori hanno diritto allo stesso salario nei mesi di maggior lavoro e in quelli di recupero poiché l’orario concordato resta fermo a 40 ore settimanali. Sono, ovviamente, escluse le maggiorazioni nei casi previsti dal CCNL.

Se dal punto di vista produttivo siamo davanti a soluzioni efficaci in grado di attenuare l’impatto del caro energia, dall’altro è evidente come tali scelte, dal punto di vista del costo del lavoro, siano percorribili solo per periodi di tempo limitati.

 

Ammortizzatori sociali

Gli ammortizzatori sociali rappresentano per certi versi un rimedio di ultima istanza in quanto non tutte le aziende possono prevedere il funzionamento dell’attività a singhiozzo.

Esistono diversi tipi di ammortizzatori sociali che possono essere invocati per l’incremento del costo dell’energia, grazie al Decreto 67/2022.

Per le organizzazioni che operano nel settore industriale è disponibile la cassa integrazione ordinaria (CIGO): questa è riconosciuta per un massimo di 13 settimane continuative e prorogabili fino a 52 settimane in un biennio mobile.

Per le altre aziende si parla invece di assegno di integrazione salariale: l’AIS del fondo di integrazione salariale o dei fondi bilaterali o territoriali è concesso per un numero di settimane variabile in base alla dimensione occupazionale. Infatti, per i datori di lavoro che, nel semestre precedente, hanno occupato fino a 5 dipendenti sono concesse un massimo di 13 settimane; mentre per quelli che hanno occupato un numero più elevato sono concesse un massimo di 26 settimane.

Gli ammortizzatori sociali in tema di caro energie toccano quelle aziende energivore individuate dal decreto 21 dicembre 2017 del MISE e dal decreto 21 dicembre 2021 del MITE.

Per usufruirne il datore di lavoro deve documentare nella relazione tecnica le oggettive difficoltà economiche e finanziarie e la relativa imprevedibilità, temporaneità e non imputabilità delle stesse.

 

Conclusioni

Il tema del prezzo dell’energia e del conseguente caro bollette si lega a quello delle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e al complesso tema del price cap europeo al prezzo del gas.

Il sistema produttivo è in attesa di provvedimenti normativi in grado di fornire un contributo concreto per compensare i costi sia sull’elettricità che sul gas. Con ogni probabilità tali provvedimenti andranno nella direzione di supportare la transizione energetiche delle imprese verso energie rinnovabili e l’efficientamento delle infrastrutture.

 

Per maggiori informazioni e chiarimenti, vi invitiamo a richiedere on line un appuntamento oppure a contattare Alessio Ferrario, Consulente del lavoro alessio.ferrario@studioalbergoni.it, tel. 02.36762490.

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